Il Territorio
La Natura made in Romagna
Le aree naturali protette regionali della Romagna, attraverso la L.R. 24/2011, sono raccolte sotto l'organizzazione di un unico soggetto amministrativo chiamato "Ente di gestione per i Parchi e la Biodiversità-Romagna", permettendo di tutelare il territorio attraverso politiche di area vasta, mettendo accanto alla protezione della natura, la valorizzazione delle specificità legate al turismo, alla cultura, all'agricoltura e ai prodotti tipici.
Questo Ente, attraverso le proprie strutture e con il coinvolgimento di altri enti pubblici locali, gestisce diverse aree naturali protette e
siti di Rete Natura 2000.
Tra queste troviamo il
"Parco della Vena del Gesso Romagnola", le tre Riserve naturali
"Bosco della Frattona",
"Bosco di Scardavilla" e
"Onferno", un
Paesaggio naturale e seminaturale protetto del fiume Conca, due
Aree di riequilibrio ecologico di "Rio Calamino" e "Rio Melo" e venticinque
siti di Rete Natura 2000.
Le aree naturali protette romagnole sono preziosi scrigni di una natura ricca e varia, inserita in un paesaggio storico-culturale altrettanto interessante.Una grande peculiarità di questo territorio, oltre alle aree appenniniche forestali, l'elevata biodiversità data dai caratteri climatici continentali e mediterranei che qui sono entrambi presenti, è il carsismo e la presenza di grotte.
Le rare aree carsiche dell'Emilia-Romagna, sono zone di particolare pregio naturalistico. Da segnalare la nutrita presenza di colonie riproduttive e siti di riposo e svernamento di pipistrelli. In particolare, le grotte della Romagna sono in rocce di gesso e questo le rende ancora più uniche e rare.
L'Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità - Romagna gestisce, nello specifico, il Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola, che rappresenta la più importante area carsica della regione e una delle formazioni geologiche più rilevanti dell'intero Appennino settentrionale e dell'intera Europa. Tale Area gessosa è attualmente candidata a Patrimonio mondiale dell'Unesco!
Qui le grotte censite sono più di 220 e quelle visitabili al pubblico sono la Tanaccia in comune di Brisighella e la grotta del Re Tiberio in comune di Riolo Terme.
Le ultime scoperte speleologiche hanno portato alla luce le cave romane di lapis specularis, un gesso secondario, facilmente lavorabile a lastre piane e trasparenti, già utilizzato in epoca imperiale per la costruzione di finestre.
L'Ente gestisce, altresì, la Riserva naturale di Onferno in provincia di Rimini. La grotta di Onferno, nota fin dall'inizio del XIX secolo, è di gran lunga la cavità più conosciuta nella Romagna orientale. La Riserva tutela un piccolo complesso carsico nei gessi e altri ambienti del composito paesaggio della bella Valle del Conca, come le pareti arenacee, i vicini calanchi e altre manifestazioni carsiche come doline e inghiottitoi, e boschi. La principale emergenza è la grotta che si apre sotto lo sperone gessoso dove nel medioevo sorgeva il castello di Onferno, e ospita la più importante colonia di pipistrelli della regione, oltre 8000 individui, con ben sette specie diverse tra cui il miniottero, considerato in pericolo in tutta Europa.
Le Riserve naturali Bosco della Frattona in provincia di Bologna e Bosco di Scardavilla in provincia di Forlì-Cesena poi, tutelano un lembo di bosco di notevole valore naturalistico e paesaggistico, relitto delle formazioni forestali che un tempo rivestivano l'intera fascia pedecollinare romagnola, dove trovano rifugio specie vegetali e animali ormai rare.