( 08 Agosto 2024 )Terminate a fine luglio le operazioni di costruzione e collaudo della passerella ciclopedonale sul fiume Senio a Borgo Rivola, nei pressi di Riolo Terme. Con un impalcato pedonale in acciaio e legno lungo 42 e largo circa 2 metri, la passerella si inquadra nel mondo delle costruzioni strallate, ovvero quelle strutture sostenute e composte da cavi in tensione che, in questo caso, sostengono l’impalcato del ponte, ancorati alla sommità di un pilone alto 26 metri.
Progettata dallo studio d’ingegneria Marco Peroni, che nell’idearla si è ispirato alla forma di un ramo di albero e al contesto fluviale, si trova nel cuore del Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola ed è un’opera di grande importanza per chi frequenta il Parco e l’Appennino tra Imola e Faenza, così come per la popolazione e gli operatori economici della zona.
La passerella a scavalco sul Senio è infatti un’infrastruttura di rilevanza strategica per il turismo sostenibile nella Vena del Gesso Romagnola, riconosciuta lo scorso settembre dall’UNESCO tra le aree protette del sito Patrimonio Mondiale “Carsismo e grotte nelle evaporiti dell’Appennino settentrionale”. L’opera, che sarà accessibile dal 10 agosto e ufficialmente inaugurata il 14 settembre, consente di oltrepassare agilmente le acque del fiume ed è inclusa in itinerari e cammini tra i più significativi, dal punto di vista ambientale e storico-culturale, sia a livello regionale che nazionale. Tra questi, si possono menzionare: l’Alta Via dei Parchi, un viaggio memorabile di 27 tappe che si snoda nell'Appennino tra Emilia-Romagna, Toscana e Marche e che raggiunge la sua quota più bassa proprio nella passerella sul fiume Senio (circa 98 m s.l.m.); la Via del Gesso, tracciato di 70 km che collega Imola a Faenza; La via dei Gessi e dei Calanchi oltre al percorso storico del Cammino di Sant’Antonio.
Il fiume Senio è tra i corsi d’acqua che, con il loro millenario scorrere, hanno modellato e inciso la dorsale grigio-argentea di gesso selenitico conosciuta come Vena del Gesso Romagnola, tutelata dal 2005 dall’omonimo Parco regionale. Chi attraversa la passerella in direzione nord-ovest potrà presto incontrare Sasso Letroso, la sella di Ca’ Budrio e la Riva di San Biagio: imponente baluardo di gesso che si estende per oltre 5 km da Borgo Rivola a Tossignano, sede anche del Museo Geologico della Vena del Gesso Romagnola. Dopo uno sguardo attento al paesaggio della valle del Santerno e una sosta al Centro Visite “Casa del Fiume”, sarà aumenterà nuovamente di quota sui gessi del Monte Penzola dove si sveleranno gli spettacolari anfiteatri calanchivi nelle argille a nord della Vena, qui erosi dal piccolo bacino idrografico del Rio Mescola.
A breve distanza dalla passerella, risalendo invece la valle verso Casola Valsenio, sono tappe imperdibili il Centro Visite sul Carsismo e la Speleologia e la Grotta del Re Tiberio a Monte Tondo: una delle grotte turistiche del Parco, tra le oltre 200 che caratterizzano il territorio. Questa grotta, parte terminale di un vasto sistema di cavità naturali che si estende per oltre 6 km con un dislivello superiore ai 200 metri, è nota per il suo altissimo valore archeologico, vestigia di una lunga frequentazione umana a scopo culturale e sepolcrale, riparo per la popolazione durante la Seconda Guerra Mondiale.
Chi si muove in direzione sud-est invece, volgerà lo sguardo verso il Monte della Volpe e Monte Mauro, che con i suoi 515 m s.l.m. è la cima più alta della Vena del Gesso Romagnola, trovandosi dopo poco a camminare tra i suggestivi resti di Crivellari: piccolo complesso di case di gesso sorto sulle evaporiti e attestato sin dal XIII secolo, i cui abitanti si dividevano tra agricoltura ed estrazione del gesso, in un contesto ambientale che rendeva particolarmente difficoltoso l’accesso alle risorse idriche.
Proseguendo in direzione dei “tre colli” di Brisighella e dei suoi pregiati uliveti, i visitatori avranno modo di oltrepassare il torrente Sintria e di immergersi nel nucleo storico del Parco: l’area che circonda il Rifugio e Centro Viste Ca’ Carnè, che da poco ha compiuto 50 anni e che con le sue finestre in lapis specularis invita a scoprire la storia del “vetro di pietra” percorrendo il poco distante Sentiero dei Cristalli. Una volta giunti in questo settore della Vena del Gesso Romagnola, non potrà poi mancare una sosta con vista scenografica sui calanchi definiti da Leonardo Da Vinci "azzurrigno terren di mare", una visita ai grandi saloni ipogei, frequentati già in epoca preistorica, della Grotta Tanaccia o ai coinvolgenti allestimenti del Parco Geologico all’aperto del Monticino.
L’accesso alla passerella ciclopedonale è consentito sia autonomamente sia in compagnia delle numerose Guide del Parco, che nel corso di tutto l’anno potranno interpretare il paesaggio e raccontare ai visitatori il grande patrimonio materiale e immateriale della Vena del Gesso Romagnola accennato, in maniera di certo non esaustiva, nelle righe precedenti.
L’opera, progettata per sostituire una vecchia struttura resa inagibile, è stata realizzata dall’Ente di Gestione Parchi e Biodiversità – Romagna con i fondi regionali del POR FESR 2014-2020, dedicati all’Asse 5 - Valorizzazione delle risorse artistiche, culturali ed ambientali (Azione 6.6.1), per contribuire al rafforzamento del sistema economico regionale con la valorizzazione e la riqualificazione integrata delle risorse culturali, artistiche e ambientali considerate rilevanti per migliorare la competitività delle destinazioni e attrarre nuovi flussi turistici. I lavori sono stati coordinati e diretti dal Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale.
Se la passerella unisce concretamente le due sponde del fiume Senio, simbolicamente rappresenta anche un ponte che ha permesso di superare i molteplici ostacoli e le difficoltà affrontate in questi anni dall’Ente insieme a tutti gli stakeholder locali e i soggetti coinvolti nella sua realizzazione.