Grotta del Re Tiberio
Fenomeno carsico molto importante: si tratta della prima grotta della Vena del Gesso romagnola citata in letteratura (già nel XVI secolo, dal bolognese Pompeo Viziani) e della prima studiata scientificamente e archeologicamente (XIX sec., dall'imolese Giuseppe Scarabelli assieme al faentino Domenico Zauli-Naldi).
Da un punto di vista speleologico si può dire che il ramo “storico” venne esplorato da ignoti nel 1873 (come si legge in un data incisa sulla parete della stanza terminale), mentre molto più recentemente, circa a fine '900, sono state avviate nuove esplorazioni da parte di speleologi di Mezzano di Ravenna che hanno scoperto rami del tutto sconosciuti, per uno sviluppo di oltre 3 km. Minacciata dalla vicina Cava ex Anic che ha già intercettato alcuni punti nei rami profondi, la Grotta (o Tana) del Re Tiberio è tuttavia visitabile turisticamente nel suo primo tratto (circa 60 metri), costituito dall'antro di ingresso e dalla galleria retrostante (cioè fino alla cosiddetta “Sala Gotica”) entrambi costellati di vaschette scavate in epoca preistorica per raccogliere le acque di stillicidio, ritenute sacre e terapeutiche.
Altre info su www.parchiromagna.it/parco.vena.gesso.romagnola/pun_dettaglio.php?id=1629
Grotta del Re Tiberio
(foto di Nevio Agostini)