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Riserva Integrale Sasso Fratino

Fu istituita nel 1959 al fine di tutelare un angolo - allora poco più di 50 ettari, poi decuplicati con successivi ampliamenti - di foresta rimasto indenne da alterazioni antropiche se non addirittura “vergine”. Quest'ultimo termine in teoria sarebbe riservato ad ambienti intoccati dall'uomo, cosa che alle nostre latitudini è comprensibilmente difficile se non impossibile, tuttavia il caso di Sassofratino si avvicina molto a questo concetto e comunque ad un livello molto alto di naturalità, complici la pendenza estrema, l'assenza di strade e il fatto che la destinazione del materiale di esbosco sarebbe stato sul versante opposto (quello toscano), quindi con necessità di trasportare i tronchi in salita fino al crinale. La filosofia che guidò l'operato dell'autore di questa proposta, Fabio Clauser, fu quello di avere un testimone vivente di come si evolva da sola, senza interventi umani, la natura di questa foresta appenninica. Ancor oggi l'accesso alle Riserva è tassativamente vietato, se non per motivi di vigilanza e di studio (questi ultimi motivati con richiesta ai Carabinieri Forestali di Pratovecchio che sono incaricati in ogni caso di accompagnare i richiedenti).

Altre info su www.parcoforestecasentinesi.it/it/news/sasso-fratino-la-foresta-dei-faggi-longevi

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Sasso Fratino
Sasso Fratino
(foto di Nevio Agostini)
 
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