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Parco Regionale della
Vena del Gesso Romagnola
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Da Brisighella a Faenza, la traversata fra gessi e calanchi

Domenica 5 giugno 2022 - prima erscursione guidata "speciale" organizzata dal centro visite Carnè

( 26 Maggio 2022 )

 

Domenica 5 giugno si tiene la prima escursione guidata “speciale” – cioè di un’intera giornata – del Parco Vena del Gesso-centro visite Carnè. Si tratta della traversata a piedi da Brisighella a Faenza passando appunto per il Carnè, per i calanchi del sentiero Cai 505 e per Castel Raniero. E’ un percorso mozzafiato che coincide con l’ultima parte della Via del Gesso concepita, proposta e segnata dal Parco stesso. Vediamo i dettagli perché non sono pochi.

Si raggiunge Brisighella con il treno delle 8.18 da Faenza (ritrovo alle 8.00 o anche qualche minuto prima in stazione). Si attraversa il centro storico, con soste al “Fante che dorme” (non solo per il bel monumento ma per un utile confronto fra il gesso dell’aiuola e il granito del basamento), alla Collegiata (due dipinti di serie A, di Marco Palmezzano e del Guercino) e alla Via degli Asini, esempio unico di strada medievale sopraelevata, coperta e incorporata nel caseggiato originale. Si sale poi alla Torre dell’Orologio che invece medievale non è in quanto risalente a metà Ottocento: l’ignoto architetto che la progettò fu comunque bravissimo e realizzò un “falso di alto rango” con muri a scarpa, mattoni di aspetto antico, merli e soprattutto con una base a terrazza estremamente panoramica, affacciata sui calanchi, sulla “val d’Amone” e sui gessi che proprio qui hanno il loro inizio. Compiuto il periplo della “Valle” che ci separa dalla Rocca (questa sì autenticamente medieval-rinascimentale), si percorrono gli unici 50 metri di asfalto sulla provinciale del Monticino e si sale al parcheggio di quest’ultimo. Da qui si entra nel magnifico Parco-Museo Geologico all’Aperto ricavato dall’ex cava Monticino: si vede una raccolta completa delle rocce dell’Appennino romagnolo, il fronte di cava con la discordanza angolare fra gli strati di gesso e quelli delle soprastanti argille, una grotta naturale intercettata dalla cava stessa e infine sette ricostruzioni (in resina, scientificamente fedelissime) di altrettanti animali di cui furono trovati, negli anni ’80, numerosi resti fossili. Si tratta di antenati degli attuali elefanti, rinoceronti, zebre, scimmie, formichieri, coccodrilli e iene.

Raggiunta la pittoresca costa di Baiavolpe si sale per stretto sentiero alla casa Marana e da qui, per cresta fra viti e ulivi, fino al Borgo. Dalle successive Case Masiere si prende la stradina per il Carnè e si entra finalmente nell’ex parco omonimo, non più esistente come tale perchè confluito nel ben più vasto (oltre 6mila ettari) parco regionale Vena del Gesso ma costituente ancora un’unità ambientale ben definita oltre che bellissima, fra doline, prati, rocce e boschi di roverella.

Dopo il meritato pranzo (al sacco o, per chi vuole, al rifugio) si scende al Varnello dove si imbocca il sentiero Cai 505 che attraversa tutta la fascia dei calanchi passando per Torre del Marino, Montecchio, Ca’Traversara. Due tratti su aereo crinale sono in effetti un po' esposti e vertiginosi ma non pericolosi (volendo aggirabili); le successive mete sono La Berta, l’Olmatello e la colonia di Castel Raniero (anni Venti, abbandonata da tempo ma in attesa di un imminente restauro): per i boschetti che rivestono la sottostante valle del Rio Biscia si raggiungono le Bocche dei Canali e infine l’agognata Faenza.

La durata dell’escursione è 7-8 ore, accorciabili solo fermandosi al Carnè e tornando autonomamente a Brisighella. Partecipazione gratuita. Si richiede solo puntualità alla partenza, un paio di scarponcini e ovviamente un minimo di allenamento. Chi vuole pranzare al Rifugio Carnè può prenotare allo 0546.81468.

Testo di Sandro Bassi

 

 

sentiero CAI 505
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