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Il meraviglioso mondo delle Orchidee selvatiche

Un progetto per studiarle...una gita per conoscerle

( 05 Maggio 2022 )

Maggio è il mese delle fioriture in genere, ma in particolar modo delle orchidee.
Ormai tutti sanno che queste ultime non sono solo quelle tropicali ed equatoriali che vediamo nei negozi, ma comprendono anche specie autoctone. E non poche: sono circa 200 in tutta Italia e oltre 50 in Emilia Romagna, a riprova della notevole biodiversità di quest’ultima che trovandosi al confine tra il mondo mediterraneo e quello continentale fa un po’ da cerniera, con apporti cospicui dell’uno e dell’altro. La Vena del Gesso romagnola, «spruzzo della grande onda mediterranea sul versante adriatico», annovera oltre trenta – esattamente 31 allo stato attuale delle ricerche che sono comunque in continuo aggiornamento - specie diverse di orchidee selvatiche. Lungi da noi voler propinare al lettore pedanti elenchi di nomi latini che sanno tanto di nozionismo. Proponiamo piuttosto di far proprie le emozioni dell’incontro con le orchidee «sul campo», quindi con i nostri occhi e con il nostro naso (anche se la maggior parte non ha profumo), perché il nostro rapporto con la natura deve esser anzitutto vivo, coinvolgente e fatto appunto di emozioni.

Precisiamo anche che in Emilia Romagna tutta la famiglia delle orchidacee è rigorosamente protetta, per legge, sull’intero territorio, parchi o non parchi. Ne è quindi vietata, ovviamente, la raccolta e qualsiasi forma di disturbo al relativo habitat. Non sarà male, in casi di particolare rarità, omettere l’ubicazione precisa… perché non si sa mai. Ed è infatti il caso della prima a fiorire, Barlia robertiana, quest’anno già spuntata a febbraio al margine di oliveti sul confine meridionale del Parco. Non precisiamo ulteriormente quali per ovvie ragioni di tutela, visto che si tratta di una specie rara, in recente espansione da sud verso nord forse anche per ragioni di “miglioramento” climatico ma pur sempre rara, anzi comparsa in Emilia Romagna non prima di una decina d’anni fa, nel forlivese, ed ora con diverse – ma puntiformi e disgiunte fra loro - stazioni anche nel ravennate.

Diverse invece sono Orchis morio, Orchis purpurea e Ophris sphegodes diffusissime in tutta la collina, generalmente in ambienti aperti e soleggiati (margini di boschi ma anche coltivi ed ex coltivi e persino ambienti urbani apparentemente degradati, fino alle “banali” aiuole di giardinetti pubblici e alle rotonde spartitraffico).

Un po’ “vie di mezzo”, fra quelle fiorite ora, sono invece Orchis simia, Ophris bertoloni e la curiosa “orchidea cimicina” (Orchis coriophora) che è una delle poche a possedere un profumo, o meglio una fragranza, tutta sua. Nella prima il nome, alla lettera “orchidea scimmia”, deriva dalla forma del fiore che presenta cinque appendici (braccia, gambe e coda) e un casco sommitale: il tutto ricorda appunto una scimmia o, più prosaicamente, un uomo nudo, che è infatti l’altro nome comune di questa specie. La seconda è un esempio tipico di quell’inganno sessuale che alcune orchidee, tipicamente le Ophris, pongono in atto con il loro labello (petalo inferiore) che ricorda morfologicamente e visivamente l’addome della femmina di un insetto. L’emissione di feromoni sessualmente attrattivi perfeziona l’inganno: i maschi inebriati e “arrapati” si poseranno sul labello tentando un accoppiamento che è sì impossibile ma che intanto produce il contatto con il polline. L’insetto ci ricascherà e depositerà il polline su un altro fiore facendo avvenire così la fecondazione dell’ovario.

Ora, queste ultime tre specie, pur presentando spesso popolazioni localmente ricche, anche di decine e decine di esemplari, hanno pur sempre una distribuzione irregolare sul territorio, magari a macchie di leopardo, magari a puntini e peraltro il concetto di protezione e di divieto di raccolta vale anche per loro, ci mancherebbe!

 Per conoscere e proteggere il patrimonio naturale del parco è stato avviato un progetto di censimento e conseguente creazione di un Atlante delle Orchidee del Parco. L’esplorazione avrà come principali protagonisti le Guardie Ecologiche Volontarie che hanno con l’Ente Parchi Romagna una convenzione pluriennale. Per tutti coloro che volessero segnalare specie di orchidee nel territorio del Parco invitiamo ad inviare una mail a orchideeparchiromagna@gmail.com con una immagine e l’indicazione del luogo esatto dell'avvistamento.

Testi di Sandro Bassi
Foto di Nevio Agostini

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